A Richard Wright : Pink Floyd per l`eternita`
A esser sincero sono totalmente attonito. Svogliato. Di solito le discese aiutano gli oggetti a scendere verso il basso, ma il basso ora non c'è: la forza di gravità è assente. Forse, e solo ciò mi viene di getto, un motivo esiste ! Esso è tremendamente e sottilmente perverso, profondo, tragico. Sisifo ingannò Tanato riuscendo a sconfiggere la morte, gli dei però non gli perdonarono l'oltraggio. Così Omero nell'Odissea: "E poi Sisifo vidi, che spasmi orrendi pativa che con entrambe le mani spingeva un immane macigno. Esso, facendo forza con ambe le mani ed i piedi su su fino alla vetta spingeva il macigno, ma quando già superava la cima, lo cacciava indietro una forza. Di nuovo al piano così rotolava l'orrendo macigno. Ed ei di nuovo in su lo spingeva e puntava; e il sudore scorrea pei membri e via gli balzava dal capo la polvere" Alle sette della sera, Seamus dalla trinacria mi annuncia via etere: "Tanato s'è preso Richard". L'indifferenza più totale mi coglie. Come se me lo avesse detto un tibetano nel suo slang più incomprensibile. Ero impegnato in quel momento. Il pensiero era volto ad altro. Ed era il 15 settembre, alle sette della sera. A poco a poco il mio macigno s'è messo a correre, i fuochi del Redentore del 15 luglio 1989 li avevo improvvisamente tutti tra il mio intestino ed il cuore. Una ferocia assurda di sensazioni crescenti fino alla nausea. Numeri su numeri e facevo a gara col cellulare a chi fosse più pazzo: se lui a svolgere il suo compito, o io nel calpestare velocemente i suoi tasti. Già mezz'ora dopo avevo il volto che era una maschera violacea orrenda incorniciata da un liquido salato che sgorgava incontrollato dagli occhi. E tutti, tutti i pinkfloydiani d'Italia di cui avessi il cellulare … volevo sentirli respirare. Capire ! Sapere ! Sperare che no … nel giro di mezz'ora il mondo sapeva, ed il mio sedere era avvitato non so bene dove. E piangevo, si !, piangevo. Ho superato i cinquanta, ma ero riprecipitato nella più cupa disperazione infantile. Non avevo quindici anni quando a un paio di giorni dalla sua uscita, avevo nelle mani la vacca divenuta più famosa al mondo: Lulubelle III. Non sapevo cosa stessi per ascoltare, ne cosa stesse per significare quel momento per tutto il resto della mia vita. Fu sconvolgente: a metà dell'ottobre del 1970, già confuso ma discreto conoscitore di musica, inclusa la classica, fui scaraventato improvvisamente verso il soffitto della stanza che mi ospitava. Il suono di quella composizione sconosciuta e quella mucca che mi osservava …. Eppure, ed io ancora non lo sapevo, già da quasi un anno Ummagumma viaggiava per il mondo: Sysyphus già c'era Non ebbi difficoltà di li a poco di conoscere tutto quanto quei cinque poco più che ventenni avessero gettato fuori dalla Loro Cornucopia, e io sono così cresciuto letteralmente mano nella mano con tutti Loro. Amavo Syd ma già se n' era ito, mentre David, Nick, Richard e Roger (ordine alfabetico!) camminavano con me, giorno per giorno … e crescevano … e invecchiavano Paradossalmente, la presenza più costante e idealmente affine di tutto la mia esistenza ! E tutto questo in maniera gentile, riservata .. estremamente personale. Non c'era ostentazione. Un " long playing" ogni tanto, ma l'intesa era profonda. Profonda e totale. Una carezza per la zona più sottile dell'anima e, pur nella sua planetarietà, totalmente discreta e reinterpretata soggettivamente. Sapevo poi che un giorno, un qualche giorno non conosciuto del tragitto di ciascuno, tutto questo sarebbe potuto sfumare. Finire. Pensavo in cuor mio che un giorno simile mai l'avrei voluto vivere. Non mi sembrava possibile. Certo è chiaro che questo riguardava anche me. Ma nell'egoismo umano potremmo includere che la propria dipartita include anche la simultanea non sofferenza per la dipartita altrui. Quindi come tutti gravitavo e gravito nella speranza vana della immortalità quale soluzione al rifiuto della sofferenza procurata da Tanato. E la morte di Richard Wright, ha distrutto una parte di me. Sisifo ! Solo il genio introverso di Richard Wright, sempre lontano dai clamori, poteva partorire Sisifo. Lui, era il Pink Floyd che non c'era … Eppure era sempre li che tesseva sottilissimi fili tra i ritmi di Nick, che creava ininterrotte simbiosi eteree col lamento scagliato all'infinito di David, come pure dialogava col basso energico e furente del sempreterno animo in pena di Roger. No! Credo che per molto non riuscirò ad affrontare SySyphus … Un brano importantissimo che rappresenta alla perfezione il personaggio mitologico da cui prende il titolo. Un passaggio importantissimo della musica del novecento. Un immortale lamento che grava sulla testa di tutti gli uomini. Richard Wright si dice che oggi stia governando il Cuore del Sole. Nel frattempo Sisifo continua a non darsi pace. Non un attimo per guardarsi intorno, per cogliere l'immensità del cosmo, dove ogni pianeta ha i suoi lati bui. Poi Sisifo si ferma e lascia il Suo macigno … corre sul monte come un pazzo disperato, allunga la mano e raccoglie lo sguardo dal centro del Sole. Che sia l'agognata libertà ? Gian Luigi Soldi |