Roger Waters Live In Milan On 01/04/2011

Un palazzetto gremito di pubblico rivolto verso un palco che sparirà dietro una barriera di mattoni bianchi, il protagonista effimero (un pupazzo rosa) viene trascinato e gettato di forza sul palco, dando così inizio alla più incredibile sequenza di eventi a cui si possa assistere durante un concerto rock.
Ma non possiamo nemmeno chiamarlo concerto perché sarebbe riduttivo, ogni immagine, ogni movimento, ogni diavoleria scenica non è fine a se stessa ma è la parte di un insieme che, sostenuto dalla musica, coinvolge tutti i sensi e che fa battere il cuore come non mai. Abbiamo tutti in mente i video dell’Earls Court 1980 e due di quelle persone che c’erano allora sono di nuovo sullo stesso palco, ma questa volta non sono solo poche migliaia di fortunati a godere, ma siamo molti di più, in diverse parti del mondo, ad assaporare questo insieme di sensazioni.
Si lo so non ci sono gli altri 3 e ne sentiamo tanto la mancanza ma sforziamoci di chiudere gli occhi e volare di nuovo, riteniamoci dei fortunati perché chi, come me, è da anni che sognava di essere davanti a quel muro, ha raggiunto lo zenith dello spettacolo totale. Il crollo finale non è solo uno spettacolare effetto scenico, ma è quello che ci fa rilasciare il fiato dopo due ore di apnea, è quello che ti fa rivivere dei flashback identici a quelli che vengono proiettati sul muro prima che spariscano con un boato fragoroso.
Ne siamo coinvolti tutti in questa rappresentazione perché almeno una volta nella vita tutti abbiamo avuto a che fare con professori antipatici, madri ossessive, mogli infedeli , o abbiamo desiderato di abbattere le nostre abitudini e rivoluzionare la nostra vita. Ecco perché ci sentiamo così coinvolti perché potremmo essere proprio noi quel pupazzo rosa.Grazie Roger!

Renzo Drebertelli